Forse anche tu saprai che nel gioco degli scacchi esiste una combinazioni di mosse nota come “il matto del barbiere” che permette di dare scacco matto in 4 mosse.
A chi non conosce il gioco degli scacchi, di solito, questa cosa appare molto allettante.
In fin dei conti potrebbe sembrare che conoscere questa combinazione di mosse possa evitare di dover passare molto tempo a studiare e allenarsi.
A tutti gli effetti sembra una scorciatoia per vincere facile.
Ma c’è un problema:
questa sequenza di movimenti si basa sul fatto che dall’altra parte del tavolo sia seduto un incompetente che non ha mai giocato al gioco degli scacchi.
Infatti se tu provassi a giocare il matto del barbiere con una persona che ha anche solo qualche ora di esperienza non solo non funzionerebbe ma addirittura finiresti per compromettere la tua partita perché perderesti il vantaggio strategico dell’apertura.
In 2 righe ti ho già svelato i limiti di questa tecnica, ma a persone con nessuna competenza in materia e che quindi non sanno dell’inefficacia di questa tecnica, si potrebbe provare a vendere un corso di un’ora per vincere agli scacchi spacciando per buona la strategia del “matto in 4 mosse”.
La verità è che conoscere il matto del barbiere vuol dire solo aver memorizzato un trucchetto che nel 99,9% dei casi non funzionerà e non significa certo avere un’abilità.
I trucchi, per quanto possano apparire allettanti, non sono la strada giusta:
le variabili sono tantissime e per vincere una partita a scacchi serve una vera abilità.
Per le abilità servono tempo e allenamento di qualità.
Sembra una cosa facile da capire eppure i corsi di difesa personale che vedo in giro nella maggior parte dei casi sono proprio una raccolta di trucchetti che non funzioneranno mai.
Partono da situazioni statiche altamente improbabili, non insegnano nessuna abilità motoria e soprattutto prevedono che l’aggressore sia un cerebroleso proprio come nel matto del barbiere.
Sono corsi che propongono soluzioni a problemi che non esistono e che vengono creati ad hoc per dare false illusioni di sicurezza…
…ma basta farsi 2 domande per capire che c’è qualcosa che non va!
Chi sfiderebbe mai a giocare a scacchi uno sconosciuto senza averci mai giocato prima o senza avere un minimo di esperienza?
…e quante possibilità ci sono che il matto del barbiere funzioni contro questo sconosciuto che mi sfida a scacchi?
Similmente:
Chi aggredirebbe mai uno sconosciuto senza avere la più pallida idea di come si tira un pugno o di come si usa un coltello? …e quante possibilità ci sono che qualche trucco/tecnica possa funzionare?
Lo 0,01%!
Quindi la vera domanda è:
a cosa servono corsi che insegnano a difendersi da aggressori idioti e inesperti?
La risposta è: a vendere corsi rapidi a chi non sa niente.
Funzionano perché chi non è un addetto ai lavori spesso immagina nella sua mente che difendersi sia una cosa facile e che basti conoscere qualche trucchetto da ex militare o che bastino due o tre tecniche di quelle giuste.
Dato che molta gente pensa questo, non è un caso quindi che molti insegnanti di serie z (alcuni dei quali diventati istruttori in un fine settimana) hanno capito che basta vestirsi come un reduce della guerra del golfo per fare dei bei soldini.
Oggi vendere corsi per imparare a difendersi in modo facile e veloce è la cosa che va per la maggiore.
Mi guardo intorno e vedo volantini, pagine Facebook e siti internet con migliaia di questi corsi.
Tutti uguali tra loro:
C’è sempre la foto di un istruttore vestito con pantaloni mimetici che fa la sua faccia da guerra (citazione da Full Metal Jacket) e che recita il mantra: “facile, veloce e per tutti”.
Ma le verità è che nessuna pseudo-tecnica militare ti potrà mai insegnare a difenderti in pochi mesi.
Non importa se il corso viene spacciato come una raccolta segretissima di tecniche di qualche corpo militare perché, anche ammesso che queste tecniche possano funzionare, questa è solo un’operazione di marketing.
Senza abilità motorie le tecniche sono solo trucchi che non funzioneranno.
Le armi della persuasione
Se non l’hai mai letto ti consiglio il libro “Le armi della persuasione” del professore di psicologia Robert Cialdini.
In questo libro Cialdini spiega come alcune vulnerabilità della psicologia umana vengano usate da venditori senza scrupoli per rifilare prodotti scadenti ai consumatori e di come tutte le truffe abbiano dei tratti ricorrenti e comuni.
Per chi ha letto quel libro è impossibile non riconoscere in tutti questi corsi dei miracoli (cioè quelli che promettono anche al più inadatto degli esseri umani di sapersi difendere perfino da malintenzionati armati di coltelli e pistole in poco tempo) gli stessi meccanismi usati dai venditori disonesti di cui parla il professor Cialdini.
Credo che la consapevolezza sia l’unico strumento che rende gli uomini liberi…
…e un libro come questo, secondo me, dovrebbe essere studiato durante la scuola dell’obbligo perché un adulto ignorante e inconsapevole è un danno per se e per la collettività.
Quella che in economia si chiama “Domanda/Offerta”
Se è vero che da un lato ci sono quelli che vendono pillole magiche, è vero anche che dall’altra parte ci sono quelli che cercano queste pillole.
Se chi crede nei miracoli, nelle pillole magiche, nei trucchi e nelle scorciatoie capisse che sta solo alimentando il mercato delle truffe, progressivamente queste andrebbero scomparendo dato che la domanda non ci sarebbe più.
Credo però che questa sia più che altro una questione culturale…
…e l’idea del “furbetto” in Italia piace molto.
Ingegnarsi per evitare impegno e lavoro, da noi, è un evergreen.
Tant’è che trovare un modo per aggirare gli ostacoli grazie a trucchi, conoscenze, tangenti, imbrogli o altro va così alla grande che chi s’impegna, studia, lavora e si dedica anima e corpo viene visto come uno “poco furbo”.
Forse fare i furbi e trovare un modo per saltare la fila, imbrogliare nel compito in classe, rubacchiare sul lavoro, fregare i dipendenti, ecc è il modo giusto di agire nella vita e lo stupido sono io che sostengo l’importanza di essere onesti, impegnarsi e diventare delle persone migliori in tutti i campi…
…ma per me una società di furbetti non è una bella società in cui vivere.
Solo per fare qualche esempio:
chi vorrebbe farsi curare da un medico che invece di impegnarsi e studiare ha superato gli esami grazie a trucchi e conoscenze?
Chi vorrebbe un dipendente scansafatiche o che lavora male?
Chi vorrebbe un datore di lavoro sfruttatore o che non paga?
Io no!
…e il mondo in cui mi piacerebbe vivere è un mondo fatto di persone oneste in cui ognuno contribuisce con le proprie abilità.
E sono certo che in molti, almeno a parole, la pensino come me.
Tutti pensano che quando si tratta degli altri è sbagliato…
…il problema è che poi, in troppi, se tocca a loro, accettano e cercano scorciatoie.
Edward C. Banfield nel suo libro “The Moral Basis of a Backward Society”. dice che le azioni degli italiani medi sono atte solo a “…massimizzare unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia supponendo che tutti gli altri si comportino nello stesso modo.”
Come dicevo prima, da noi è una questione culturale e ci sono troppe persone che vorrebbero i risultati senza pagare.
Ci sono troppe persone alla disperata ricerca di trucchi…
…ma per definizione, i trucchi sono solo trucchi e vanno bene forse per fregare qualche sprovveduto, proprio come “il matto del barbiere”.
Per avere successo senza imbrogliare servono delle vere abilità…
…e per le abilità serve tempo e tanto allenamento di qualità.
In conclusione
Per quanti esempi possa portarti, le cose non miglioreranno mai finché ci sarà qualcuno che crede che da qualche parte esista una tecnica segreta per ottenere risultati senza impegno.
Sicuramente non posso parlare per tutti i settori ma almeno per il mio sì.
Per le arti marziali è molto facile, basta mettersi un paio di guantoni e un paradenti.
Bastano pochi secondi di combattimento per scoprire che i trucchi non funzionano…
…occorre invece possedere delle vere e proprie abilità.
“oggi sii umile, sorridi e allenati perché presto sarà già domani”
Alla prossima
Enrico Luciolli