Il segreto degli Acchiappa Fantasmi per avere successo nella Difesa Personale.

GhostBusters difesa personale

 

Non sono un critico cinematografico ma dal mio punto di vista il film Ghostbusters è un piccolo capolavoro.

 

Ti confesso che mi piace ancora oggi come la prima volta…

 

…ok hai ragione: oggettivamente esistono commedie ben più brillanti di questa, ma per me probabilmente è più una questione di affetto.

 

L’ho visto la prima volta che andavo alle elementari e mi entusiasmò così tanto che per qualche mese sognai di fare l’acchiappa fantasmi.

 

Giusto per darti l’idea di quanto ero preso bene, ti posso dire che in seconda elementare, insieme a qualche amichetto, ci eravamo tutti costruiti uno “zaino protonico” con i fustini vuoti del Dixan, dei tubi di gomma e delle pistole giocattolo.

 

Ricordo che fare il Ghostbusters ci sembrava un lavoro fighissimo, per cui andavamo a caccia di fantasmi negli scantinati, nei garage e nelle soffitte dei condomini in cui abitavamo…

 

…purtroppo (o per fortuna) però non abbiamo mai trovato nulla.
Questa passione è durata solo qualche mese ma ancora oggi, come ti dicevo, mi è rimasta la simpatia per questo film…

 

…e qualche anno fa, quando sono andato a New York, tra i vari giri ne ho approfittato anche per andare a vedermi la location dove hanno ambientato la centrale dei Ghostbustrers e la Pubblic Library dove trovano il primo fantasma.

 

Di recente poi, non ho resistito alla tentazione, e trovandomi davanti la versione restaurata in alta definizione (questa qui), l’ho comprata.

 

Qualche sera fa, si è presentata l’occasione e così l’ho riguardato per l’ennesima volta.

 

Tra una risata e l’altra però questa volta ci ho visto un insegnamento interessante.

 

 

Attenzione Spoiler!

Prima di continuare ti avviso che se non l’hai visto rischio di rovinartelo spoilerandoti la fine…

…per cui rimedia al volo (se non sai dove recuperarne una copia qui trovi la versione che mi sono preso io ma ce ne sono anche di più economiche e credo che si riesca a trovare anche in streaming legale) e vai a vedertelo…

…poi torna per leggere il resto dell’articolo perché da qui in poi darò per scontato che tu l’abbia già visto. 

 

 

 

Mi sono accorto che nel film c’è un cambio drastico di prospettiva:

ciò che all’inizio del film sembrava totalmente sbagliato, nell’ultimo combattimento, diventa l’unica soluzione possibile.

 

Nello specifico quando i protagonisti si recano nell’hotel per catturare il loro primo fantasma ha luogo una simpatica conversazione su come vada usata la loro attrezzatura e su come sia fondamentale non incrociare mai i flussi delle loro armi.

 

 

Ti riporto qui un estratto della conversazione nel caso tu non possa vedere il video:

Egon: Mai incrociare i flussi!
Peter: Perché?
Egon: Sarebbe male.
Peter: Faccio sempre confusione tra il bene e il male, che intendi per male?
Egon: Immagina che la vita come tu la conosci si fermi istantaneamente e ogni molecola del tuo corpo esploda alla velocità della luce.
Ray: Inversione protonica totale!
Peter: E quello è male… Ok, è un importante ragguaglio, grazie, Egon!

 

Alla luce di questa conversazione, durante tutto il film, i protagonisti stanno ben attenti ad evitare accidentalmente di generare quella che Ray chiama “Inversione protonica totale”, ma alla fine del film, invece, quando devono combattere contro Gozer, trovano come unica soluzione di contravvenire alla regola generale e decidono quindi di incrociare i flussi.

 

Come ben sai, la scelta, alla fine si rivela vincente e i 4 simpatici protagonisti hanno la meglio sul dio sumero.

 

Al di fuori della trovata cinematografica, la cosa che ho trovato simpatica, è che

ciò che all’inizio sarebbe stato letale alla fine si rivela l’unica via per la salvezza…

 

…proprio come nelle arti marziali.

 

Anche nelle arti marziali ciò che si fa all’inizio della propria carriera deve obbligatoriamente seguire delle regole diverse da ciò che si fa a livello avanzato.

 

Come dico spesso, quando un principiante e un avanzato si approcciano alle arti marziali dovrebbero adottare strategie di allenamento completamente diverse:
Per fare un parallelo molto simile al film:

quando sei un principiante, adoperare nella difesa personale o in combattimento tecniche che incrociano le braccia “Sarebbe male”, proprio come dice Igon, ma quando sei un avanzato e padroneggi perfettamente le tecniche di base allora le cose cambiano…

 

…e se combatti con un avversario tosto la capacità di saper incrociare le braccia si rivela fondamentale per poterlo sconfiggere.

 

Ti faccio un altro esempio di cose che all’inizio sono in un modo ma che poi con il tempo e l’esperienza cambiano: un principiante che vuole imparare a difendersi deve imparare per forza a boxare con i pugni ma un avanzato difficilmente adopererà i colpi a mano chiusa.

 

O per farti un ultimo esempio (questa volta legato alle armi) con il bastone corto: un principiante deve imparare a bloccare gli attacchi dell’avversario ma a livello avanzato i block non esistono.

 

Potrei farti tantissimi altri esempi ma il punto chiave è che per un buon insegnante la didattica e la propedeuticità (ordine specifico in cui le cose vanno studiate) sono strumenti chiave per un insegnamento efficace…

 

…e qui nasce il problema e la ragione per cui credo che la maggior parte dei corsi di difesa personale in Italia siano inutili.

 

Sono tutti basati sulle tecniche, non hanno una didattica, non hanno un programma (Trascrivere su un pezzo di carta quello che si fa in lezione non vuol dire avere un programma!) e soprattutto non hanno una propedeuticità strutturata in modo organico.

 

Con “Difesa Personale” si trovano praticamente solo corsi che sono un’ accozzaglia di tecniche messe insieme a cavolo per assecondare le fobie di chi si iscrive.

 

Tipico esempio di corso di difesa personale: 2 difese da attacco di pugno, 5 liberazioni da presa, 3 disarmi da pistola, 4 disarmi da coltello, ecc.

 

Questo è folle e solo Gastone (Il cugino fortunato di Paperino) potrebbe sperare di salvarsi la vita dopo un corso del genere.

 

Lo scopo di un corso di difesa personale dovrebbe essere quello di trasmetterti delle abilità e non delle tecniche.

 

Dovrebbe trasformarti in un guerriero e non venderti qualche trucco.

 

Ecco perché, di fronte a corsi di difesa personale rapidi o senza struttura che vendono solo trucchetti o tecniche…

 

…quando qualcuno mi chiede un consiglio, rispondo sempre di iscriversi ad uno sport da combattimento.

 

Gli sport da combattimento, come per esempio Pugilato e Muay Thai, sono molto semplici (Attenzione: non facili) e seguono la regola generale di non incrociare mai i flussi (tecniche lineari, nessuno scenario complesso, combattimento uno contro uno, niente armi, ecc) ma sono infinitamente più utili in caso di bisogno di un corso di difesa personale che per essere breve o perché non ha una didattica ti insegna a incrociare i flussi (scenari complessi) senza che tu abbia ne la consapevolezza ne l’esperienza per poter gestire una situazione del genere.

 

Scopri i maestri disonesti

 

Fare un corso di difesa personale senza didattica è un suicidio.

 

Visto che ricevo molte mail a riguardo ne approfitto per ribadire il concetto anche qui:

 

se non trovi un corso serio di difesa personale che abbia una didattica e un programma strutturato su più anni, lascia perdere e cambia sport (iscriviti ad un tradizionale o ad uno sport da combattimento).

 

Se però credi di averlo trovato prova a fare queste 5 domande all’insegnante:

 

  1. Nel programma del primo anno studieremo i disarmi da pistola o da coltello?
    Se la risposta è sì, tu fai pure quello che vuoi, ma quando mi chiedono un consiglio rispondo come Gandalf disse ai sui amici davanti al Balrog: “fuggite sciocchi!”
    (cit. da “Il Signore Degli Anelli“)

  1. C’è una didattica? Mi puoi fare almeno 3 esempi di tecniche strutturate nel programma in modo progressivo e con una loro propedeuticità? Se l’insegnante non sa rispondere o le risposte fanno acqua o non ti sembrano consistenti… riguardati il video di Gandalf.
  2. C’è lo sparring (allenamenti di combattimento libero)? Se la risposta è no, userei i soldi del corso per accendere ceri in Chiesa perché probabilmente sarebbe più efficace.
  3. Lo sparring com’è strutturato? Se dalle risposte dell’insegnante ti accorgi che non è ben strutturato, non c’è nessuna progressione didattica e sembra più che altro una rissa basata sull’istinto e non sulla tecnica, io per l’ennesima,a costo di sembrati monotono, mi riguarderei il video di Gandalf.
  4. Ci sono delle tecniche che si fanno da principiante ma che non sono indicate per un avanzato? Puoi farmi qualche esempio e spiegarmi il perché? Anche qui valuta se la spiegazione dell’insegnante ti convince ma tieni presente che se non esiste differenza tra ciò che studia un principiante e ciò che studia un avanzato e l’unica differenza sono il numero di tecniche che i due conoscono vuol dire che non esiste una didattica in questo corso e che sei difronte al tipico “corso accozzaglia”.

 

 

 

Per finire voglio darti un consiglio generale per trovare un buon insegnante anche nel tradizionale, negli sport da combattimento, o in qualche altro sport e per farlo ti citerò per l’ultima volta Ghostbusters:

 

Egon: che segnale sta aspettando?
Louis: Gozer il viaggiatore. Egli giungerà in una delle sue forme prescelte. Durante la rettificazione dei Vuldronaii egli giunse come un vasto e semovente Torb. Poi durante la riconciliazione degli ultimi supplicanti Meketrex scelsero una nuova forma per lui, quella di enorme Sloar! Molti Shub e Zuul perirono arrostiti nelle profondità dello Sloar quel giorno, giuro a Dio!

 

 

Perché ti ho citato questa roba incomprensibile?

 

La risposta è semplice:

un istruttore che si esprime come Luis quando è posseduto non è un buon docente.

 

Un bravo insegnante deve obbligatoriamente essere: preparato, onesto e capace di trasmettere il sapere senza bisogno di nascondersi dietro a titoli o paroloni tecnici.

 

In generale, se quando incontri qualcuno che si spaccia per insegnante, gli chiedi qualcosa sulla sua didattica e lui non è in grado di spiegarti il tutto in modo semplice e lineare probabilmente quello che hai di fronte non è un buon insegnante…

 

…magari potrebbe essere un bravo atleta ma se non sa semplificare e rendere accessibili i concetti non riuscirà a trasmetterti quasi nulla.

 

Saper fare e saper insegnare sono due cose diverse…

 

…e un buon insegnante deve obbligatoriamente sia saper fare che saper insegnare.

 

 


“oggi sii umile, sorridi e allenati perché presto sarà già domani”

Alla prossima
Enrico Luciolli

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